L’economia circolare passa dal cassetto: tira fuori il vecchio smartphone e rigeneralo

Gli studi del gruppo di lavoro che fa capo al professor Jan Zalasiewicz hanno provato a calcolare il peso degli esseri umani sul nostro pianeta. Risultato? 400 milioni di tonnellate, per approssimazione. Poi hanno pesato tutti gli animali che l’essere umano alleva per se stesso, tutte le coltivazioni e le costruzioni di ogni genere come le macchine, gli oggetti, e i materiali ormai conferiti in discarica. La conclusioni sono essenzialmente due: oggi sulla terra ci sono più chili di costruzioni, macchine e discariche che chili di materia vivente; se l’umanità sparisse domani, lascerebbe dietro di sé trentamila miliardi di tonnellate di oggetti e costruzioni, ovvero quella che viene chiamata tecnosfera (ne abbiamo parlato qui): circa 50 kg per metro quadrato del pianeta. Tra i materiali e le produzioni umane che meno trovano occasione di riciclo e riuso nell’economia circolare ci sono senz’altro i rifiuti elettronici ed elettrici (RAEE), con tutto che, per restare in Italia, nel 2020 ne sono state raccolte 365.124 tonnellate segnando una crescita del 6,4% rispetto alla raccolta 2019. Il problema di questi materiali, aldilà della loro raccolta, riguarda le modalità per integrarli in una filiera produttiva di valorizzazione delle tante componenti ancora riutilizzabili presenti.

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